La Nostra Storia

La Nostra Storia


uploaded pictureUn piccolo segreto, nascosto ai più. Una chicca di quelle che non ti aspetti. Una posizione spettacolare, unica al mondo, uno charme personalissimo, la cortesia italiana, e una vista da togliere il respiro.

Benvenuti all'Hotel Hermitage,

la cui storia e il cui stile sono un esempio di quell'eclettismo variopinto, culturalmente ricco di bellezza e sorprese, che è stato per secoli patrimonio di una Firenze che non t'aspetti

Ci si sorprende appena entrati nel salottino dell'Hotel Hermitage. E non solo per la vista spettacolare, davvero privata, sul fiume Arno.

Ed ecco perché.

L'Hotel Hermitage nasce come una  residenza per inglesi, non come vero hotel.

 La sua è una storia a metà tra "Camera con Vista", il famoso film di James Ivory che sancì l'amore anglofilo per la città dei Medici, e una pellicola odierna di Wes Anderson.

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Ma torniamo indietro:

Firenze, anni 80, un imprenditore,che all' epoca lavorava in Arabia Saudita, s'innamora di questa location letteralmente affacciata sul corridoio Vasariano e su Ponte Vecchio.Un palazzotto stretto e lungo, dove al tempo, appunto, villeggiano cittadini britannici. A prendersi cura di loro c'è una anziana signora orientale, una sorta di governante manager, dal piglio deciso e dalla grande grazia. 

L'imprenditore è il Commendator Vincenzo Scarcelli, un uomo con un sogno: far diventare l'Hotel Hermitage un gioiellino di ospitalità,unico nel suo genere.

In quegli anni in Italia tutto sembra possibile, la spinta economica è forte. Il turismo di massa non esiste ancora, e Firenze è amata da un pubblico selezionato e di grandi viaggiatori. 

Nasce così un hotel con una vocazione "british", col suo salottino confortevole, l'honesty bar sempre ben fornito, quel flair domestico ma country chic, silenziosamente chic. Il lusso qui è affacciarsi e vedere i canottieri sull'Arno, è vedere l'alba su Ponte Vecchio, scorgere la collina che protegge l'Oltrarno, con le sue case e i suoi palazzi illuminati dal sole. 

Il lusso all'Hermitage è prendere il caffè nella sala con le boiserie in legno, e sentirsi a casa. E' stare tra piazza della Signoria e il Duomo, e vedere scorrere la vita della città. Come in un film, appunto.

uploaded pictureGli anni passano e purtroppo lui viene a mancare ancor troppo giovane.

Ma ha cresciuto un talento in casa, la figlia Alina.uploaded picture Che prontamente,nel 2006,prende le redini dell'hotel e inizia un rilancio, consapevole e lungimirante.

Firenze è adesso diventata una metà gettonatissima, al centro di ogni route di un viaggio in Europa. 

Alina è una giovane donna di gusto, una curiosa per natura, un'interior decorator nell'animo, con la testa che si divide tra la praticità che è necessaria per esser un host numero uno, e la fantasia di chi sogna di abbellire a suo gusto il lascito paterno con l'unico desiderio di continuare a renderlo orgoglioso di lei.

Sempre nel rispetto delle regole della storia, e della tradizione. E così inizia a infondere un gusto ricco e suggestivo, un massimalismo che unisce antiques e objet trouvè, passioni del momento, lampi di colore, tessuti pregiati, carte da parati.

Frequenta aste e fiere dell'antiquariato, rovista mercatini e cerca online quello che le fa brillare gli occhi e sobbalzare il cuore. E tutto diventa parte della vita dell'Hermitage, tutto è per il piacere dei suoi ospiti. Che infatti subito accorrono, e amano, e fotografano. L'ascensore dell'Hermitage diventa il più fotografato della città grazie alla sua tappezzeria firmata Pierre Frey. 

E così prende forma questo piccolo hotel dal cuore vero e pulsante.

Palme, tantissime palme. E colori, stampe, bambù, rattan, ceramiche orientali. Poltrone vintage in pelle, vasi di porcellana, libri di arte, moda, fotografia e travel. E animali: tantissimi animali, dipinti o raffigurati su porcellane, stampe, litografie. Animali esotici: eleganti, ippopotami, leopardi, scimmie e scimmiette, leoni. Giraffe e gazzelle. 

Lo sprovveduto dirà: ma che c'entra tutto questo esotismo a Firenze, su Ponte Vecchio?

C'entra eccome se c'entra. E Alina lo sa bene.

uploaded pictureQuesta è la storia della città che ci racconta di una passione – si direbbe sfrenata - dei Medici per l'esotismo, per le culture lontane, per i Nuovi Mondi che piano piano svelavano la loro bellezza. Collezionisti e studiosi di queste realtà, i Medici, già nel ‘400 avevano iniziato – alla stregua dei patrizi romani – a far arrivare in città animali esotici, a innestare piante non autoctone, a ricreare così  mondi dal fascino mai visto. Certamente, questo sfoggio faceva anche parte del loro piano per portarsi al pari delle storiche dinastie europee, era un modo per far vedere a tutti i loro potere.

Economico e anche culturale. Ma non era solo un vezzo: guardare ad Oriente, cercare in Africa, lanciare un occhio anche verso le Americhe – appena scoperte - era davvero il segno della forza della loro curiosità. Dell'espansione di una Firenze che sapeva di avere un ruolo mondiale.

Ecco come mai l'Hotel Hermitage è così fitto di simboli e di tradizione.uploaded picture

Da una parte quell'allure inglese, con boiserie il mogano, mobili in pelle, il camino di marmo, le porcellane. E dall'altra i tripudio di palme – anche queste amatissime dai Medici – e di macchie di qualche leopardo sfuggito a un qualche bestiario rinascimentale, e poi ecco un elefante, un corno di animale raro, una simpatica scimmietta che ci ricorda di ridere. 

Anche le camere, alcune appena rinnovate, riprendono questo mix & match eclettico di buon gusto e sottile stravaganza.Tutte hanno la loro identità, e sono accomunate da un piacere visivo e da un comfort speciale.

Luoghi piacevoli, dove sentirsi a casa, come è giusto quando si vive – anche se per qualche giorno - in una dimora storica.

(testo a cura e cuore di Benedetta Rossi)